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Vasto/omicidio disperato, il troppo dolore scaturito in vendetta.

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La foto del film il Gladiatore vb

Vendica la moglie. Ora Di Lello è rinchiuso nel carcere di Torre Sinello

 

Ha usato una pistola calibro 9 regolarmente detenuta Fabio Di Lello, l'uomo che ieri pomeriggio a Vasto ha sparato, uccidendo Italo D'Elisa 22 anni.

"Italo D'Elisa, dopo aver ucciso Roberta, nell'incidente, non ha mai chiesto scusa, non ha mostrato segni di pentimento. Anzi, era strafottente con la moto. Dava fastidio al marito di Roberta. Quando lo incontrava, accelerava sotto i suoi occhi". Così, intervistato da Radio Capital, l'avvocato Giovanni Cerella, già legale di parte civile per il procedimento che riguardava l'incidente in cui aveva perso la vita la donna, ora difensore del marito, Fabio Di Lello.

"D'Elisa - dice l'avvocato - tre mesi dopo l'incidente aveva ottenuto il permesso per poter tornare a guidare la moto, perché gli serviva per andare a lavorare". E ancora "Fabio era sotto shock, era depresso per la perdita della moglie, andava molto spesso al cimitero - spiega il legale - pensava giustizia non fosse stata fatta ma incontrandolo non ho mai avuto l'impressione che stesse ipotizzando una vendetta. Sono rimasto sbalordito quando ho saputo. Lui non aveva dimestichezza con le armi". Infine, sulla tesi difensiva di D'Elisa secondo la quale al momento dell'incidente Roberta Smargiassi avrebbe indossato male il casco Cerella dice: "c'è una perizia che ha fatto piena luce sulle responsabilità".

Di Lello dal 5 novembre scorso sulla bacheca social, aveva inserito una foto con la scritta 'Giustizia per Roberta'.

Un tentativo di sedare il dolore, troppo grande da sopportare, ha espresso così la propria sete di giustizia. Ma ieri ha voluto farsi giustizia da sè, sparando a Italo D'Elisa. Di Lello ha chiamato un amico dicendogli di aver compiuto il gesto; poi ha fatto sapere al suo avvocato dove si trovava. La parte più commovente della vicenda: dopo l'omicidio, Di Lello si è recato al cimitero, come faceva ogni giorno, e, sulla tomba dell'amata persa, ha appoggiato, avvolta in una busta di plastica, la pistola.

E lì, al cimitero di Vasto, sulla tomba di Roberta Smargiassi, la moglie morta a luglio nello scontro del suo scooter con l'auto condotta da D'Elisa, i carabinieri hanno trovato l'arma e poco distante Di Lello che si è consegnato senza opporre resistenza.

L'incidente della moglie ha sconquassato la vita di questo uomo, che desiderava giustizia. In seguito alla morte della moglie, sempre su Facebook, l'uomo aveva cambiato l'immagine di copertina, caricando una foto tratta dalla pellicola di Ridley Scott 'Il gladiatore' nella quale si vede il protagonista, Russell Crowe, di spalle in un campo di grano. La scena è una delle più  significative del film. Tornato dalla guerra contro i Marcomanni, il generale Massimo Decimo Meridio scopre che sua moglie e suo figlio sono stati massacrati. Crocifissi tra le rovine della propria abitazione, data alle fiamme. Disperato, il protagonista si accascia a terra, prima di meditare la vendetta.

"E' un fatto di cronaca che scuote le coscienze - dichiara il maggiore Giancarlo Vitiello, comandante della Compagna dei Carabinieri di Vasto - e fa riflettere su ciò che è accaduto. Un epilogo tragico che sconvolge tutta la città". L'inchiesta è condotta dal pm Gabriella De Lucia. I legali attendono di conoscere capo di imputazione, data e luogo dell'interrogatorio di garanzia.
Intanto il dolore del padre di D'Elisa ad alta voce ha gridato "Maledetti, me lo avete ucciso".

 

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