
il giovane morì dopo sevizie torture, aveva 23 anni.
Trenta anni di reclusione per Manuel Foffo e la sollecitazione del rinvio a giudizio per Marco Prato, accusati di avere massacrato e ucciso Luca Varani nel corso di un festino a base di droga in un appartamento al Collatino, alla periferia di Roma, avvenuto il 4 marzo 2016. Sono queste le richieste del pm Francesco Scavo nell'ambito del processo con rito abbreviato per il primo e con rito ordinario per il secondo.
L'accusa per i due è di omicidio premeditato con le aggravanti della crudeltà e dei motivi abietti e futili. Secondo Scavo, quello del Collatino fu un massacro pianificato in modo lucido. La scelta della vittima fatta dopo una sorta di macabro 'casting'.
Due milioni ciascuno, con una provvisionale di 500mila euro a persona: è la richiesta di risarcimento danni fatta oggi dai genitori di Varani. A presentarla, gli avvocati Andrea Florita, Irma Conti e Alessandro Cassiani che si erano costituiti parte civile nel procedimento a nome dei genitori della vittima. Nel giudizio si è costituita parte civile la fidanzata di Varani
Dopo gli interventi il procedimento è stato rinviato al 21 febbraio prossimo. Quel giorno il giudice Nicola Di Grazia si pronuncerà sulla richiesta di rito abbreviato richiesta da Foffo e disporrà il rinvio a giudizio di Marco Prato così come richiesto dai difensori di entrambi gli imputati. Il 21 febbraio prenderanno la parola gli avvocati difensori degli imputati che sono l'avvocato Pasquale Bartolo per Prato e Michele Andreano e Corrado Ottaviani
Gia' nell'atto di chiusura indagini, la Procura aveva di fatto ricostruito l'intera vicenda ritagliando un ruolo "paritario" ai due nell'omicidio. Alla vittima vennero inferti 100 colpi, fu sottoposto a torture e sevizie per due ore. Manuel Foffo ha dichiarato di aver filmato la povera vittima agonizzante a terra.
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