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Pescara/femminicidio Jennifer, “nessuno sconto di pena per colpevole”

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Pescara/femminicidio Jennifer, “nessuno sconto di pena per colpevole”

“Siamo sconcertate nell’apprendere che la difesa di Davide Troilo ha chiesto il rito abbreviato per l’assassinio di Jennifer Sterlecchini, perché l’imputato potrebbe cavarsela con una pena irrisoria nonostante la crudeltà con la quale le ha inflitto la morte (ben 10 coltellate).”

 

 

Così intervengono Pellegrino e Profeta di An_FdI sul processo per l'omicidio.

 

“Abbiamo visto troppo spesso una pioggia di sconti e prescrizioni che aiutano gli assassini e condannano ad un doppio ergastolo la famiglia della vittima: quello per la perdita del proprio caro - che dura tutta la vita - e quello per l’ingiustizia compiuta. Tutto ciò è inaccettabile e, anche se rispettiamo l’indipendenza dell’operato della magistratura, non possiamo però tacere di fronte a certe incredibili e scioccanti sentenze.” Premettono e aggiungono “Come documenta anche IRES con dati statistici, in media un condannato per omicidio volontario, in Italia, non fa più di 12 anni di carcere perché spesso vengono maggiormente riconosciute le attenuanti e negate le aggravanti”

 

“Noi non accetteremo che l’assassino di Jennifer tra 10 anni possa girare indisturbato per le vie di Pescara, come già accade per Giulio Cesare Morrone, che, grazie all’istituto della prescrizione, non ha fatto un’ora di carcere dopo aver ucciso la moglie con premeditazione.”Tengono a far sapere “La certezza della pena è importantissima sia per la famiglia - poiché rimane l’unico senso che può dare alla propria esistenza, quello di vedere la giustizia fare il suo giusto corso - sia anche per il carnefice, perché ciò comporterebbe un segnale forte per chi pensa di rimanere impunito quando uccide una donna.”

 

“La famiglia e la vittima non possono, infine, pagare l’incapacità dello Stato di aprire nuove carceri, di non saperne gestire il sovraffollamento, di cavilli burocratici che fanno prescrivere le sentenze, di avere giudici che inspiegabilmente - e la cronaca ogni giorno ce lo racconta - interpretano la legge anziché semplicemente applicarla. Le istituzioni con fondi e atti concreti devono sì garantire la tutela e la difesa di chi denuncia la violenza, ma senza la certezza della pena tutto il resto diventa vano.”

Il Dipartimento tutela Vittime di FdI AN “si batterà infine perché sia creata una sezione preferenziale nei tribunali per questi casi, che non possono diventare uno stillicidio finanziario ed emotivo per ha subito un dolore così grande ed ingiusto.”

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