
E' pronta la prima mappa dell'odio che corre sul web fatta di bufale e fake.
E' stata ottenuta tracciando su uno dei siti più oscuri della rete il percorso di fake news e messaggi carichi di odio. In questo modo è stato possibile ricostruire il modo in cui gli atteggiamenti estremi nascono, circolano e si alimentano su Internet e di capire che tra i Paesi che postano più odio su questo sito ci sono Cina, Bielorussia, Indonesia e Bolivia. La mappa è frutto di due studi, pubblicati sul sito ArXiv e sugli Atti della conferenza su web e social media organizzata dell'Associazione per l'avanzamento dell'intelligenza artificiale, condotti dal gruppo di ricerca internazionale del quale fanno parte gli italiani Emiliano De Cristofaro e Gianluca Stringhini, dell'University College London.
Citata dalla rivista Nature sul suo notiziario online, la ricerca si è basata sull'analisi di 8 milioni di post pubblicati dagli utenti di 4chan, il sito basato sulle immagini considerato uno degli 'angoli oscuri' della rete, nel quale i commenti sono anonimi e, nonostante vengano eliminati dopo un breve periodo, riescono a diffondersi rapidamente sui social network come Twitter, Reddit e Facebook.
"Nessuno sta analizzando veramente queste comunità, ma ci sono molte prove che abbiano un impatto nella diffusione di certi tipi di notizie", ha detto Stringhini. L'obiettivo, ha aggiunto, è stato verificarlo e capire in che misura questi messaggi influenzino effettivamente il resto del web. I ricercatori hanno analizzato 8 milioni di post pubblicati dagli utenti di 4chan, una comunità online che pubblica immagini e commenti anonimi e collegata anche alla destra alternativa americana e alla sua retorica su odio e razzismo. Grazie all'analisi di questi messaggi è stata ottenuta una mappa dell'odio che circola su 4chan. Le nazioni i cui utenti postano più odio sono Cina, Bielorussia, Indonesia e Bolivia. Seguono, a un secondo livello, Australia e Canada.
L'Italia si colloca nel quarto livello insieme a Stati Uniti, Spagna e Francia. ''I risultati però, vanno presi un po' con le molle: perché i dati corrispondono alla media degli utenti che postano, e non al totale, e in più un utente può connettersi dal proxy di un Paese diverso dal suo'', ha detto De Cristofaro.
''Finora siti come 4 chan - ha aggiunto De Cristofaro - erano visti come luoghi 'isolati', ma non è affatto così: riescono ad avere una influenza importante, anche politica. Non è azzardato dire che 4chan possa essere stato molto importante nelle elezioni presidenziali Usa nel mobilitare parte dell'elettorato a sostegno di Trump''.
Il sito 4chan genera fake news basate su teorie del complotto e caricature, che poi si diffondo su altri siti, come è accaduto per il meme della rana Pepe dedicato a Trump.
I ricercatori hanno visto che questi massaggi si diffondono sui social network e i media attraverso due strade: in primo luogo Twitter (tramite gli utenti che seguono 4 chan) e attraverso 'raid' coordinati. ''Spesso - ha osservato De Cristofaro - i commenti su 4chan partono da un collegamento a un video di YouTube che va contro le idee della comunità, come l'uguaglianza di genere, il femminismo, e poi gli utenti organizzano raid per attaccare le vittime, scrivendo commenti negativi su YouTube o su altri siti''.
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