
programma di sabato, domenica e lunedì della rassegna
sabato 1° luglio al Cinema S.Andrea di Pescara: alle ore 18,30 per il Concorso Italiano Flaiano Opera Prima (ad ingresso libero) il film di Ruth Borgobello, “The Space Between”: Marco è stato uno chef di alto livello, ma per motivi personali ha dovuto rinunciare al suo sogno e ora lavora come operaio in una fabbrica di Udine, la sua città natale, dove vive da solo.
Il suo migliore amico Claudio invece ha realizzato il desiderio di gestire una libreria del centro e ha una fidanzata di cui è molto innamorato. Ma il destino spariglierà le carte e assegnerà nuovi ruoli ai due amici, seminando la strada di Marco di segnali che lo puntano in direzione della lontana Australia e di una bella e giovane donna aussie, Olivia, anche lei con un sogno nel cassetto. La regista italo-australiana Ruth Borgobello ha voluto girare il suo primo lungometraggio nel nordest italiano, avvalendosi del sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission e di una coproduzione che congiunge la sua terra di origine a quella in cui è nata e cresciuta. E la storia di The Space Between ha molto a che vedere con l'attaccamento alle radici inteso come risorsa, ma anche come vincolo soffocante, così come possono essere soffocanti certi legami famigliari che impediscono ai figli di spiccare il volo.
Alle 20,30, sarà presentato l’ultimo film di Claudio Amendola, “Il permesso” girato in parte a Pescara: dal carcere di Civitavecchia escono con un permesso di 48 ore 4 detenuti: Rossana, 25 anni, arrestata in aeroporto per traffico di cocaina; il cinquantenne Luigi condannato per duplice omicidio che ha già scontato 17 anni di pena; Angelo, venticinquenne finito in prigione per una rapina compiuta con complici che non ha mai denunciato; Donato, 35 anni, condannato pur essendo innocente. Le due giornate verranno utilizzate da ognuno di loro per cercare di ritrovare e ritrovarsi nelle realtà che hanno lasciato da tempo. Claudio Amendola al suo secondo film ha deciso di non tornare ai toni della sua opera d'esordio (una commedia) ma di affrontare una modalità di narrazione che sta fra il noir e l'analisi sociale. I suoi quattro protagonisti hanno storie, età e culture differenti, ma sono uniti dal luogo che, seppure temporaneamente, stanno lasciando. C'è chi ne conosce da lungo tempo la dura realtà e chi, perché più giovane, vede nell'uscita un'occasione per metterselo non solo idealmente alle spalle. Nella sceneggiatura, scritta con Roberto Jannone e con Giancarlo De Cataldo, Amendola ha introdotto echi di storie che ha interpretato in passato e la sua attenzione verso un sottobosco metropolitano costituito da esseri umani segnati da una realtà violenta che sembra essere, anche grazie al carcere, entrata nei loro geni anche se vorrebbero potersene disfare. Infine alle ore 22,15 per la rassegna Il cinema ritrovato, film in versione restaurata in collaborazione con la Cineteca di Bologna, sarà proiettato in versione originale sottotitolata “I cancelli del cielo” di Michael Cimino: Wyoming 1890, guerra della Contea di Johnson. Mentre un'associazione di allevatori ingaggia un esercito privato per scacciare, di fatto massacrandoli, gli immigrati europei visti come ostacolo al passaggio del bestiame, si consuma l'amore per Ella, splendida tenutaria di un bordello, da parte di due uomini attivi sui fronti opposti, il borghese in cerca di una nuova vita James Averill e il cowboy Nathan D. Champion. È il canto del cigno della New Hollywood quest'opera folgorante e imprendibile che Michael Cimino scrive, produce e dirige dopo la consacrazione quasi unanime di Il cacciatore. Film di frontiera più vicino alla grandeur di uno Stroheim che di qualsiasi altro collega della generazione a cui appartiene il regista, I cancelli del cielo è tanto il kolossal d'autore per eccellenza quanto il titolo che ha messo fine al desiderio del controllo totale restando, tuttavia, uno degli esempi più alti di quel cinema assoluto che è dato assumere per pochi, rari squarci e in sempre più sparuti casi.
domenica 2 luglio al Cinema S.Andrea di Pescara propone: alle ore 18,30 per il Concorso Italiano Flaiano Opera Prima (ad ingresso libero) il film di Roberto Capucci, “Ovunque tu sarai”: Carlo, Francesco, Giordano e Loco sono amici da sempre, un'amicizia nata allo stadio dove i quattro seguono da sempre la loro squadra del cuore: la Roma.
Loco è un medico "alla Tersilli" sposato con un'arpia e dedito alle conquiste occasionali; Francesco è un architetto che sogna di essere una rockstar e sta per sposarsi con la fidanzatina accollo; Giordano è figlio di due baristi laziali e ha paura della sua ombra e Carlo è un avvocato con un segreto da nascondere, anche agli amici più cari. Insieme si preparano a compiere una trasferta a Madrid che è anche l'addio al celibato di Francesco: il mezzo è un vecchio pullmino Wolkswagen, lo spirito è goliardico. Ciò che non sanno è che quella gita in Spagna segnerà l'attraversamento di una linea d'ombra e preannuncerà una svolta nella vita di tutti e quattro. Alle 20,30 sarà presentato l’ultimo film di Daniele Vicari, “Sole, cuore, amore”: Ogni mattina Eli si sveglia prima che faccia giorno e affronta una traversata di due ore a bordo di pullman, metropolitane e autobus per raggiungere il posto di lavoro. Fa la barista in zona Tuscolana a Roma, ci sa fare con i clienti che apprezzano le sue crostatine fatte a mano e ci mette del suo per rendere un incarico malpagato (in nero) qualcosa di vitale e gratificante. Del resto, con quattro figli da mantenere e un marito che ha voglia di lavorare ma nessuno che gli dia un incarico serio, c'è poco da fare la difficile: dunque Eli sopporta l'ignavo padrone del bar e la sua moglie maleducata e sogna un futuro più semplice e più stabile. Vale è una performer che usa la danza moderna per esprimere la propria combattività, la stessa che la spinge a difendere la sua partner da un "impresario" violento e a litigare con la madre, borghesuccia col tubino nero e i pareri non richiesti. Ele e Vale sono amiche da sempre, anzi, "sorelle", hanno in comune l'amore per il ballo che Ele ha accantonato per tirare su famiglia e il desiderio di non soccombere alla quotidianità.
Una battaglia che richiede generosità e fatica: ma di fatica si può anche morire, in un presente in cui la frustrazione implode senza trovare un riscatto sociale. Daniele Vicari, sempre attento a raccontare un'Italia credibile, affronta con coraggio la brutalità che la crisi economica incoraggia e legittima, mettendo sotto assedio uomini e donne di buona volontà. È coraggiosa anche la scelta di rivelare uno dei segreti più gelosamente custoditi nell'Italia delle apparenze: che tante donne si fanno il mazzo per portare avanti una vita dignitosa accanto a mariti annichiliti dall'azzeramento identitario che deriva al maschio italico dall'essere estromesso dal settore produttivo. Vicari rappresenta le scelte femminili come sempre più dettate dalle necessità immediate, e implicitamente domanda: per quanto tempo ancora ci immoleremo a questa vita da criceto sulla ruota? Infine alle ore 22,45 per la rassegna Il cinema ritrovato, film in versione restaurata in collaborazione con la Cineteca di Bologna, sarà proiettato in versione originale sottotitolata “La morte corre sul fiume” di Charles Laughton: Harry Powell, in prigione per un furto d'auto, viene a sapere dal suo compagno di cella, che è stato condannato a morte, dell'esistenza del bottino della sua ultima rapina. Il denaro è stato nascosto da qualche parte presso la sua abitazione. Una volta uscito dal carcere Powell, che non smette mai di esibire la propria professione di pastore protestante, raggiunge Willa, la vedova dell'uomo, la sposa e cerca di scoprire dove si trovano i soldi. Il segreto però è custodito dai due figli piccoli. Powell inizia a perseguitarli ed avendo già ucciso delle donne per impossessarsi dei loro averi, pensa di liberarsi della donna per avere maggiore possibilità di intimorire i bambini. Charles Laughton alla sua opera prima (ed unica) come regista fa centro realizzando un film che, nonostante l'insuccesso commerciale, è destinato a divenire un cult.
Lunedì 3 luglio al Cinema S.Andrea di Pescara presenta: alle ore 18,30 per il Concorso Italiano Flaiano Opera Prima (ad ingresso libero) il film di Marco Segato, “La pelle dell’orso”: anni Cinquanta. Domenico ha 14 anni e vive da solo con il padre Pietro da quando la madre è morta in circostanze misteriose. Pietro, uscito di galera, è il bersaglio della piccola comunità montana che lo considera "una bestia". Quando in paese si ripresenta el Diàol, il diavolo, un orso che ha già mietuto vittime in passato, Pietro intuisce la possibilità del suo riscatto: dunque scommette con il padrone della cava di pietra locale, Crepaz, che ucciderà l'orso. Se riuscirà nell'impresa guadagnerà una somma enorme per l'epoca e la zona.
Se invece fallirà, regalerà un anno del suo lavoro di spaccapietre a Crepaz. Anche per Domenico la caccia all'orso è un'occasione: per riavvicinarsi al padre, mettere alla prova la propria abilità con il fucile, e dimostrare che non è un bocia, ma un giovane uomo pronto ad affacciarsi alla vita adulta. Marco Segato, autore di documentari e regista teatrale formatosi all'Università di Padova e alla factory delle Scuole Civiche di Cinema di Milano, debutta al lungometraggio con una storia narrata in purezza, tratta dal romanzo di formazione "La pelle dell'orso" di Matteo Righetto. E fa una serie di scelte di grande saggezza e umiltà: scrive la sceneggiatura insieme a Marco Paolini, protagonista del film nei panni di Pietro (e soggetto di alcune regie teatrali di Segato), ed Enzo Monteleone; sceglie come direttrice della fotografia Daria D'Antonio, eccezionale nel far emergere le figure dal buio e nel dosare il fuoco fra primo piano e sfondo; affida i ruoli principali a Paolini e al giovanissimo ma efficace Leonardo Mason, e affianca loro un cast di interpreti di spessore, da Lucia Mascino a Paolo Pierobon a Maria Paiato. Alle 20,30 sarà proiettato l’ultimo film di Gianni Amelio, “La tenerezza”: Lorenzo è un anziano avvocato appena sopravvissuto ad un infarto. Vive da solo a Napoli in una bella casa del centro, da quando la moglie è morta e i due figli adulti, Elena e Saverio, si sono allontanati.
O è stato lui ad allontanarli? Al suo rientro dall'ospedale, Lorenzo trova sulle scale davanti alla propria porta Michela, una giovane donna solare e sorridente che si è chiusa fuori casa, cui l'avvocato dà il modo di rientrare dal cortile sul retro che i due appartamenti condividono. Quella condivisione degli spazi è destinata a non finire: Michela e la sua famiglia - il marito Fabio, ingegnere del Nord Italia, e i figli Bianca e Davide - entreranno nella vita dell'avvocato con una velocità e una pervasività che sorprenderanno lui stesso. Ma un evento ancor più inaspettato rivoluzionerà quella nuova armonia, creando forse la possibilità per recuperarne una più antica. Ispirato al romanzo "La tentazione di essere felici" di Lorenzo Maraone, il film di Gianni Amelio dichiara le sue intenzioni fin dal titolo: perché il regista va a stanare la tenerezza nascosta nelle stanze della casa oscura di Lorenzo (cui la fotografia di Luca Bigazzi regala ombre profonde e fragili chiaroscuri) e nelle pieghe del viso stanco e chiuso di quell'uomo che dichiara di non amare nessuno. Alle ore 22,45 per la rassegna Il cinema ritrovato, film in versione restaurata in collaborazione con la Cineteca di Bologna, sarà proiettato in versione originale sottotitolata “Freaks” di Tod Browning: un imbonitore mostra a un pubblico inorridito un essere umano di cui lo spettatore non vedrà le sembianze sino alla fine e ne racconta la storia.
Si tratta di Cleopatra, una bella e malvagia trapezista di un circo le cui principali attrazioni sono persone con malformazioni fisiche che li fanno definire come 'mostri'. Cleopatra attrae l'attenzione di Hans, affetto da una particolare forma di nanismo, il quale incurante dell'amore che prova per lui la fidanzata Frieda che ne condivide la disabilità, accetta di sposarla non capendo che la donna è attratta solo dalla sua ricchezza. Quando però Cleopatra si spingerà troppo oltre saranno i freaks a punirla severamente.
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