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Borsa dice no a Pop Vicenza e i bancari crollano

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Milano - Le azioni della Banca Popolare di Vicenza non saranno quotate in Borsa. Lo rende noto un comunicato di Borsa Italiana, secondo cui dopo il collocamento concluso venerdì scorso "non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato. Borsa Italiana non dispone l'inizio delle negoziazioni e pertanto il provvedimento di ammissione delle azioni della Banca Popolare di Vicenza è da considerarsi decaduto". Titoli bancari in netto calo dopo lo stop alla quotazione in Borsa della Banca Popolare di Vicenza. L'indice Ftse Mib segna un -1,06%, a 18.403 punti, mentre nel settore cedono Banco Popolare (-6,81%), Monte Paschi (-5,87%), Bpm (-5,97%), Ubi (-5,67%), con Unicredit -4,09%. Banca Carige sul -5,47%. 

 

A determinare la mancata quotazione è quindi lo scarso flottante che si è creato sul titolo. Il collocamento si era concluso con la sottoscrizione del 7,66%, ma con un 4,97% detenuto da un unico investitore (Mediobanca). Il Fondo Atlante deteneva così il 91,72% del capitale, gli azionisti preesistenti il 2,86%, il pubblico indistinto lo 0,36%, lo 0,10% da 9 investitori istituzionali. Troppo poco per convincere Borsa Italiana a dare il via libera; il flottante per consentire lo sbarco sul mercato doveva essere pari ad almeno il 25%, ma Borsa Italiana poteva anche considerare la quota del Fondo Atlante come azionariato diffuso. Con le azioni della Popolare Vicenza rimaste fuori dal listino ora toccherà allo stesso Fondo Atlante rilevare tutte le azioni collocate, arrivando quindi a una quota del 99,33% dell'istituto, mentre lo 0,67% appartiene ai vecchi azionisti.

La Banca Popolare di Vicenza ora "è in sicurezza" e questo conta, non la quotazione in Borsa. Lo ha detto l'amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, a margine della cerimonia per i 150 anni del Sole 24 ore. "Che il mercato fosse complicato lo avevamo già detto un paio di mesi fa. Non è migliorato in queste settimane e quindi l'esito non completamente positivo potevamo aspettarcelo. Per questo motivo poi è stato portato avanti il discorso di Atlante e comunque ora la banca è in sicurezza e l'importante è questo", ha sottolineato il top manager di Unicredit, che garantiva la ricapitalizzazione della banca veneta prima che subentrasse il fondo Atlante. "Credo che sia abbastanza indifferente", ha detto Ghizzoni a proposito della mancata quotazione a piazza Affari. "L'importante - ha ribadito - è che la banca abbia capitale a sufficienza per poter lavorare tranquilla e questo obiettivo è stato raggiunto".

Il Fondo Atlante sottoscriverà l'intero aumento di capitale della Banca Popolare di Vicenza, per un importo di 1,5 miliardi di euro. Lo ha confermato Quaestio Capital Management, dopo la decisione di Borsa Italiana di non ammettere le azioni alla quotazione. Le azioni saranno sottoscritte a 0,10 euro ciascuna, al termine il Fondo Atlante avrà il 99,33% del capitale. (AGI) 

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