
Una mostra che rispolvera 'il come eravamo' montesilvanese del '900. I Casali, i lavori tipici della zona, le strade sferrate, i bambini, la spiaggia, i primi mezzi di trasporto, i volti e i rari edifici ancora esistenti.
Dall'impegno di Teresa Cilli e Marco Volpe, dopo l'esposizione delle foto di Cavuti in “Montesilvano come eravamo” 2015, nasce la mostra della 'Piazzetta di Montesilvano' da una pagina Facebook divenuta già storia a cura di Gianna Pulsone. 100 foto nel centro Porto Allegro, che raccontano l'Anima, frammentata ma sopravvissuta, della città, accompagnata dai proverbi tipici che concorrevano all'educazione locale. Se si ha un po' di fortuna si incontrano per la città persone del luogo che ancora citano vecchi detti, basta solo ascoltarli. Cilli, Pulsone e Volpe hanno ben pensato di inserire questo prezioso materiale nella mostra di Porto Allegro che ha attirato molte persone, soprattutto nostalgici montesilvanesi e cittadini trapiantati in loco, incuriositi della storia.
Dal saluto fascista al gregge di pecore davanti al Municipio, dalle giornate di neve alla carrozza tirata dai cavalli, ritratti di momenti di partecipazione e lavoro, foto di gruppo di bambini al mare, i primi ristoratori, i pescatori, gli operai di piccole imprese, i raccoglitori di vestiti usati “gli stracciarole”, i parroci, i campi, le celebrazioni...immagini che descrivono Montesilvano come un paese dal vasto territorio, in potenziale crescita turistica e imprenditoriale.
“Sparagne e cumparisce”, “daje daje la cipolle divende aje”, “ a pagà e murì ci sta sembre tempe”: accanto alle immagini i 'consigli in pillole' della tradizione.
La mostra, alla fine, potrebbe spingere l'osservatore ad una riflessione profonda. Montesilvano, città cresciuta troppo in fretta, avrebbe potuto farlo in modo diverso, omogeneo, tenendo conto dell'estetica urbana e del paesaggio naturale. Oggi l'unico punto di forza è aver raggiunto 54mila abitanti, ancora molto distanti tra loro, chiusi nei rispettivi quartieri. Pur essendo la terza, per demografia, in Abruzzo, è considerata città ancora alla mercè di Pescara, provincia in cui passò soltanto nel 1927, qualcuno ci va pesante e l'addita come 'dormitorio', d'altronde priva di una grande piazza, di centro per l'adunanza cittadina, di passeggio quotidiano, serbatoi naturali per lo scambio di energia nella convivenza sociale, l'impresa chiave e più difficile per Montesilvano è da sempre la compattezza dell'Anima della città. 'Piazzetta di Montesilvano' appare come un SOS per non perderne i frammenti rimasti.
Si sente spesso dire con un pizzico di scontatezza, "Montesilvano non ha identità". La mostra solleva seri dubbi su questo irrispettoso assunto, il fatto che un'identità non corrisponda a ciò che si vorrebbe spinge molti a negarla. L'identità, però, c'è, certo che c'è, basta osservarvare.
La mostra rimane sino al 1° Maggio a Porto Allegro accompagnata da intrattenimento, recite e dubotte, a partire da giovedì.
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